• Il drago non si combatte, si cavalca!
Incontro con il dott. Morucci – Roma

Qualche tempo fa ci ha contattate Antonella per parlarci di un tema molto delicato: l’embolizzazione uterina.

Confesso che non sapevamo nulla dell’argomento, ma è proprio per questo che abbiamo pensato di dare a lei, al dott. Morucci e a due testimonianze un po’ di spazio.

Informazioni utili possono essere reperite su questo tema, sia sul web, su facebook e sul link dell’ Ospedale San Camillo

Buona lettura!

—————

L’embolizzazione uterina è un trattamento praticato in radiologia interventistica che può essere molto utile a tutte quelle donne che soffrono di fibromi uterini e che sono interessate ad una soluzione mini invasiva. L’esperienza degli operatori la rende una tecnica valida anche sui fibromi di grosse dimensioni, superiori ai quindici centimetri; inoltre sono stati ottenuti validi risultati su uteri fibromatosi e che non avrebbero trovato altra soluzione se non l’asportazione dell’utero stesso.

In Italia molti ospedali pubblici offrono la possibilità di usufruire di questo trattamento, ad esempio il Niguarda di Milano, il Cardarelli di Napoli e a Roma il San Camillo, dove personalmente svolgo la professione di medico radiologo interventista da decenni.

La tecnica ha luogo in anestesia locale e, generalmente, la paziente viene dimessa dopo una degenza di sole due notti; le masse appaiono devascolarizzate e le riduzioni successive sono notevoli fino, spesso, alla remissione completa. La sintomatologia legata ai fibromi uterini regredisce immediatamente aumentando, perciò, la qualità di vita. L’embolizzazione uterina non prevede né incisioni sull’addome né tagli sull’utero e la possibilità di recidive è davvero bassa; inoltre tra le pazienti desiderose di prole e che si sono sottoposte a questo trattamento sono state riscontrate gravidanze andate a buon fine.

Il San Camillo di Roma mette a disposizione una casistica ampia e la possibilità di avvalersi di questa possibilità di scelta in un lasso di tempo assolutamente ragionevole.

Dott. Morucci

 

Mi chiamo Federica e sono di Roma. A novembre del 2017 sono andata per un controllo dalla mia ginecologa in quanto io e il mio compagno volevamo un bimbo. La dottoressa, in modo molto poco ortodosso mi dice: “Federica o sei incinta al terzo mese oppure hai un mega fibroma”.

Io non sapendo neanche il significato di questa diagnosi rimasi impietrita con l’accordo di rivederci per fare tutti i passi e procedere con la miomectomia. La dottoressa mi disse solo che siccome avevo 39 anni e volevo un bimbo dovevo affrettarmi a fare l’intervento in modo da far passare un periodo di circa un anno e poi provare ad averlo. Presa dalla disperazione e dal panico iniziai a cercare in internet soluzioni alternative alla miomectomia perché non me la sentivo di affrontare un intervento così invasivo per un problema che forse avrei potuto risolvere diversamente. Quella sera, in uno dei vari forum, incontrai Antonella e mi si apri un mondo. Lei è una persona splendida e mi indirizzò subito verso il dott. Morucci che lavora al San Camillo di Roma. Da lì a due mesi, a gennaio del 2018 mi sono embolizzata…. Con tanta paura perché era il mio primo ricovero in ospedale e non avevo la più pallida idea di come affrontare la cosa, ma anche con tanta fiducia nei confronti del mitico dott. Morucci. Lo rifarei altre mille volte nonostante il mio percorso post operatorio non sia stato dei più semplici. Ho avuto dolori forti i primi giorni dovuti al fatto che il mio “mostro”, così lo chiamo io, era di 17 cm per 13 e piano piano stava morendo. Ora, a distanza di un anno si è ridotto moltissimo e sto cercando di acchiappare la cicogna in ogni modo perché sono sana e fertile come dimostrano tutte le analisi e gli esami fino ad oggi effettuati.

Se ce l’ho fatta io come le altre, lo può fare chiunque.

Coraggio ragazze non arrendetevi mai a chi vi dice che tagliare è l’unica soluzione: cercate contatti e alternative….

Federica 

 

Mi presento: sono Anna, ho 44 anni, marchigiana ed ho due figli di 21 e di 17 anni.

Ho cominciato ad avere problemi di fibromi nel 2011. Non sono molto assidua con i controlli… quindi ho scoperto di averli quando già avevano cominciato a darmi problemi: ciclo sempre più abbondante e ravvicinato con conseguente anemia.

Per ciclo “abbondante” intendo vere e proprie emorragie, tali da non poter uscire di casa nei primi giorni di ciclo, o dover mettere la sveglia ogni due ore la notte…

Decido di andare dal mio ginecologo che mi conosce da anni: mi fa fare una ecografia particolare e l’isteroscopia: l’esito è fare una miomectomia. Avevo diversi fibromi ma fortunatamente il più grande era in una posizione per cui si poteva tentare l’intervento passando per via vaginale, senza tagli. Mi sono sottoposta a un primo intervento a febbraio 2012, ma senza risultati: al primo ciclo ero punto e a capo. Quindi mi ha messo per circa tre mesi in menopausa chimica per far sì che le pareti dell’utero si assottigliassero e permettessero un altro intervento con maggiori probabilità di successo, e nel frattempo il ferro risalisse un po’. Ho preso anche degli anti-emorragici.

A maggio mi sono sottoposta nuovamente allo stesso intervento e stavolta effettivamente ho avuto una riduzione del ciclo per qualche anno.

Nel 2017, ho ricominciato ad avere di nuovo gli stessi sintomi. Stavolta però non avrei potuto fare lo stesso intervento perché i fibromi erano troppi e secondo lui l’utero era ormai compromesso: l’unica soluzione era fare un’isterectomia.

Nel frattempo, ho iniziato a prendere Esmya, un farmaco piuttosto forte che avrebbe, forse, ridotto un po’ i fibromi, ma che sostanzialmente era un palliativo, utile per prendere tempo.

Intanto io pensavo…. pensavo…. e non riuscivo a prendere una decisione.

Esmya mi ha bloccato completamente il ciclo, ma sapevo che non potevo prenderlo per più di qualche mese. Passato il primo trimestre di trattamento con Esmya, ho richiamato il ginecologo per farmelo prescrivere per un altro trimestre ma lui mi ha detto, in modo abbastanza allarmato, di vederci immediatamente perché dovevamo decidere il da farsi: Esmya era stato tolto dal mercato per controlli (a qualche paziente aveva dato seri problemi al fegato) e non poteva assolutamente prescrivermelo ancora.

A quel punto sono entrata nel panico, perché sapevo che senza il farmaco il ciclo emorragico sarebbe tornato molto presto e io non ero assolutamente pronta a una decisione sul tipo di intervento a cui sottopormi.

Nessuno, fino a quel momento, mi aveva mai parlato di embolizzazione.

Ho scoperto dell’esistenza dell’embolizzazione navigando in rete, da sola. Sono incappata nella pagina facebook di Antonella, ho scritto un post e mi sono state date le prime informazioni. Antonella è stata piuttosto insistente ma gentile. Non sono una tipa che si fida facilmente, ma lei sembrava molto preparata e soprattutto sembrava davvero volermi aiutare in modo del tutto disinteressato.  Così alla visita successiva col mio ginecologo gli ho parlato di embolizzazione. Mi ha detto che la facevano anche nell’ospedale dove mi dovevo operare, ma che nel mio caso non andava bene. In alternativa si potevano tentare le due cose insieme: embolizzazione un certo giorno, e la miomectomia in laparoscopia il giorno dopo, ma con poche probabilità di successo. Non ho mai capito perché non mi avesse suggerito prima la soluzione da me proposta.

La sera stessa mi sentivo quasi sollevata, e ho pensato di condividere la notizia con Antonella che però mi ha pregato di consultarmi con un radiologo prima di fare l’intervento.

Mi ha dato il numero del dott. Morucci, con il quale ho fatto una bella chiacchierata e che mi ha chiarito molte cose.

Ho fatto subito una Risonanza magnetica che gli ho fatto avere: dall’esito mi ha fatto sapere che avrei potuto fare l’intervento di embolizzazione.

Sono stata messa in lista di attesa e il 2 maggio 2018 sono stata operata da lui. Le emorragie sono sparite immediatamente e insieme a loro sintomi che non collegavo ai fibromi come un gonfiore addominale molto intenso e il mal di schiena. Dopo una settimana dall’intervento sono tornata a lavoro.

Non ho tagli e soprattutto non ho subito asportazioni. Ho il ciclo. Non ho più preso farmaci né ferro. Alla prima RM di controllo i fibromi risultavano tutti in regressione, devascolarizzati e i più piccoli spariti.

Ora sto bene. L’intervento mi è stato fatto in una struttura pubblica senza pagare assolutamente nulla.

Sarò per sempre enormemente grata ad Antonella e al dott. Morucci per quello che hanno fatto per me e che stanno facendo per centinaia di donne.

Con questa mia testimonianza spero di poter essere, a mia volta, di aiuto per qualcuna anche io.

Anna